26 settembre 2008
20 giugno 2008
20 maggio 2008
19 maggio 2008
SABATO 24 MAGGIO FESTA AE ROSE
dalle 22
-KELVIN
http://www.myspace.com/kelvin667
-SPEEDY PEONES
http://www.myspace.com/speedypeones
-RENÉ BASCÁ & THE BISCUITS
e a fine concerto JAM SESSION> porta il tuo djambé e le tue percussioni preferite
cibo e bevande a prezzi popolari
dove?
qua
diffondete!!
dalle 22
-KELVIN
http://www.myspace.com/kelvin667
-SPEEDY PEONES
http://www.myspace.com/speedypeones
-RENÉ BASCÁ & THE BISCUITS
e a fine concerto JAM SESSION> porta il tuo djambé e le tue percussioni preferite
cibo e bevande a prezzi popolari
dove?
qua
diffondete!!
17 dicembre 2007
29 novembre 2007
28 novembre 2007
un lunedì di pioggia
Alberto (domenica sera, circa dieci minuti prima di addormentarsi)
"ciao bella bambina,, allora t va bene domani pomeriggio venire a casa mia a parlare, fare l'amore e fumare qlk sigaretta?"
Alice (lunedì mattina, ora di chimica)
"Ho il raffreddore e giustamente i miei genitori nn vogliono k vada via in motorino puoi passare a prendermi? per le quattro va bene?"
Se Alberto vuole sapere qualcosa da Alice, basta che glielo chieda; che la sua domanda sia: ti piace la pioggia?, cosa voteresti a un referendum sulla legalizzazione del matrimonio fra coppie gay?, ti piace quello che lavora al banco?, puoi metterti sopra?, giochiamo sotto al tavolo in cucina?; che lui le chieda perché non me l'hai detto subito? o non potevi fare a meno di dirmelo?, lei è sincera con lui.
Alice non gliel'ha mai detto, ma Alberto sa che lei può sfamargli qualsiasi curiosità e annullare ogni dubbio o timore.
Alice non lo sa, ma, a voce o "materialmente", può chiedere ad Alberto qualsiasi cosa e Alberto gliela dirà o gliela regalerà.
Alice non ha fatto altro che chiedere ad Alberto un paio di foto.
"ciao bella bambina,, allora t va bene domani pomeriggio venire a casa mia a parlare, fare l'amore e fumare qlk sigaretta?"
Alice (lunedì mattina, ora di chimica)
"Ho il raffreddore e giustamente i miei genitori nn vogliono k vada via in motorino puoi passare a prendermi? per le quattro va bene?"
Se Alberto vuole sapere qualcosa da Alice, basta che glielo chieda; che la sua domanda sia: ti piace la pioggia?, cosa voteresti a un referendum sulla legalizzazione del matrimonio fra coppie gay?, ti piace quello che lavora al banco?, puoi metterti sopra?, giochiamo sotto al tavolo in cucina?; che lui le chieda perché non me l'hai detto subito? o non potevi fare a meno di dirmelo?, lei è sincera con lui.
Alice non gliel'ha mai detto, ma Alberto sa che lei può sfamargli qualsiasi curiosità e annullare ogni dubbio o timore.
Alice non lo sa, ma, a voce o "materialmente", può chiedere ad Alberto qualsiasi cosa e Alberto gliela dirà o gliela regalerà.
Alice non ha fatto altro che chiedere ad Alberto un paio di foto.
25 settembre 2007
21 agosto 2007
13 agosto 2007
10 aprile 2007
06 aprile 2007
13 marzo 2007
11 marzo 2007
Daniela mi proteggerà da ciò che voglio
(premessa post - adolescenzial romantico stilnovista
E' il mio primo post (o, come disse H. J. Simpson, "E' il mio primo giorno...").
Il nuovo membro del blog alle rose che ha scritto queste due righe chiede solo di non offendere Alice. Piuttosto si offenda il suo (il mio) mondo di porsi col modo, lo spazio e il tempo.
Evviva evviva evviva alle rose).
Il mio problema è che non so da dove cominciare per liberare il cervello, per purificare il cuore, per far passare il dolore ai testicoli, in particolare quello sinistro, salvato in extremis, qualche anno fa, all'ospedale di Camposanpiero.
Per me non è un gioco. Non è un piano, non è un ruolo, non ci sono parole chiave da decidere prima. Quando scrivo sono io; il destinatario delle mie parole siamo solamente io e quelli (venticinque? mah, dai, mi sa un po' di più, stronzetto di un Alessandro Manzoni) a cui va di leggermi. Non ho bisogno di nickname, e inoltre detesto chi distorce il mio soprannome ovvero i miei soprannomignoli. Si dice RENA, sta per Renato Pozzetto, era un omaggio alla mia simpatia da parte di un mio compagno di banco delle medie, ripetente, una della poche persone che mi facevano ridere anche quando era serio; le interrogazioni il suo show. (E io ero più contento di lui quando i suoi voti migliorarono e i professori lo imbarazzarono di complimenti).
Una settimana difficile la mia: una casa nuova, gentaglia nuova agli angoli e persone nuove di fronte.
Non aspettavo altro che mettere piede alle rose, il mio bar preferito.
Arrivo da dietro come sempre, un rumeno (il nome non lo ricordo) che quest'inverno lasciai vincere a scacchi perché era ubriaco e avevo paura di vincere (meglio: era troppo facile) mi fa: "Ciao cara"; io dico: "Ciao", perché il saluto non lo nego a nessuno; poi si mette a ridere con un suo connazionale, io mi fermo alla porta, lo guardo e lui mi fa: "Culattone", ridendo. Io, sorridendo, dico: "No, no, attento", e vado dentro. Lui, che un nome non ce l'ha, anche se mi ha preso in giro, è un uomo simpatico e sa trasmettere allegria.
Mi siedo, provo a leggere il giornale; Mario grida: "Bebooo". Bebo mi saluta, si siede; dice: "Mi hai anticipato... il giornale". Chiudo e parlo con lui.
Avrei voluto rivedere Clara e ridarle Full Metal Jacket. Pazienza, sarà per un'altra volta o per quella dopo. (Che a casa tua piangevi tu, a casa mia piangevo prima di ridarti la cintura zebrata, la cintura fucsia, la maglietta di Kurt e non ricordo cosa, e ho pianto anche quando te ne eri già andata).
Mi sono dimenticato di offrire da bere a Luca, quello che grida e canta e aiuta chi ne ha bisogno. Una sera stellata a Sherwood disse: "Datevi un bacio", e così fu; ma è una storia già sentita, e i particolari non sono cazzi vostri (anche se anche se). Due o tre settimane fa Luca mi disse: "Sai di cosa hai bisogno tu? Di un po' di tranquillità; dormire senza antifurti, finestre aperte e porte spalancate". Casa mia nuova è in primissima arcella: le serrature sono rotte, non ho bisogno di sonniferi in pastiglie, la tapparella la lascio su ma le finestre le chiudo, perché soffro l'umidità. Soffro, troppo, l'umidità. Luca sa veramente guardare oltre. Soprattutto quando non alza la voce.
Mi piace Camilla perché mi sembra di averla già conosciuta, ma soprattutto perché sembra che lei mi abbia già conosciuto.
Guardatemi negli occhi: io aiuto i più deboli, insegno loro a camminare da soli; ma, una volta che hanno imparato, non si aspettino che controlli che non cadano. Sarebbe prenderli in giro.
Guardatemi begli occhi: non è più stagione di zucche e stregonerie. E un bel risotto di funghi, quattro piatti perché uno lo lasciamo ai fantasmi, "MIA VERGINE BABY FIDUCIA".
Guardatemi in faccia, facce di cazzo: sono io il più debole, e sono stato preso in giro una volta di troppo.
Sabato sera, alle rose, è successo un po' di tutto, di tutto un po'.
Ho giocato a calcetto con Lele, spero abbia capito che lo voglio vedere ridere, con la Maddalena (che gioca meglio di me e mi segna quando vuole), Mauro, Mario, Fede, e anche con Alberto, mi sembra si chiami. L'ho accompagnato a casa, e in macchina si è messo a piangere. Non mi sono permesso di chiedergli se piangeva di gioia o per frustrazione; ma ha detto che sarebbe passato a salutare Alice, e anche che Alice è l'unica che può annullare le sue paure, reali o immaginarie che siano.
Stavo per tornare a casa, ma c'era un ragazzo solo e dall'aria triste seduto sui gradini di fronte la chiesa di Cittadella; i miei gradini, i gradini della mia solitudine (o di alcune delle mie solitudini). Ho parcheggiato la macchina, ho chiesto: "Aspetti qualcuno? Posso sedermi? Ti va di chiacchierare un po'?". Sabir, vent'anni, marocchino, gli piacciono sia le bionde che le more che le rosse. E' arrivato un suo amico, Omar, marocchino anche lui, da sei anni in Italia; gli piace lo skate e ballare l'hip hop; mi ha chiesto un passaggio per tornare a casa e mi ha chiesto se fumo.
Ora spero di accendere la tv. Spero che Lea di Leo risponda sincera alle mie domande come la settimana scorsa e di addormentarmi pensando alla bambina che ha il nome della pace e fa rima con Benedetta.
Confusione, tanta confusione, ma le regole le lascio decidere agli altri anche per me.
E' il mio primo post (o, come disse H. J. Simpson, "E' il mio primo giorno...").
Il nuovo membro del blog alle rose che ha scritto queste due righe chiede solo di non offendere Alice. Piuttosto si offenda il suo (il mio) mondo di porsi col modo, lo spazio e il tempo.
Evviva evviva evviva alle rose).
Il mio problema è che non so da dove cominciare per liberare il cervello, per purificare il cuore, per far passare il dolore ai testicoli, in particolare quello sinistro, salvato in extremis, qualche anno fa, all'ospedale di Camposanpiero.
Per me non è un gioco. Non è un piano, non è un ruolo, non ci sono parole chiave da decidere prima. Quando scrivo sono io; il destinatario delle mie parole siamo solamente io e quelli (venticinque? mah, dai, mi sa un po' di più, stronzetto di un Alessandro Manzoni) a cui va di leggermi. Non ho bisogno di nickname, e inoltre detesto chi distorce il mio soprannome ovvero i miei soprannomignoli. Si dice RENA, sta per Renato Pozzetto, era un omaggio alla mia simpatia da parte di un mio compagno di banco delle medie, ripetente, una della poche persone che mi facevano ridere anche quando era serio; le interrogazioni il suo show. (E io ero più contento di lui quando i suoi voti migliorarono e i professori lo imbarazzarono di complimenti).
Una settimana difficile la mia: una casa nuova, gentaglia nuova agli angoli e persone nuove di fronte.
Non aspettavo altro che mettere piede alle rose, il mio bar preferito.
Arrivo da dietro come sempre, un rumeno (il nome non lo ricordo) che quest'inverno lasciai vincere a scacchi perché era ubriaco e avevo paura di vincere (meglio: era troppo facile) mi fa: "Ciao cara"; io dico: "Ciao", perché il saluto non lo nego a nessuno; poi si mette a ridere con un suo connazionale, io mi fermo alla porta, lo guardo e lui mi fa: "Culattone", ridendo. Io, sorridendo, dico: "No, no, attento", e vado dentro. Lui, che un nome non ce l'ha, anche se mi ha preso in giro, è un uomo simpatico e sa trasmettere allegria.
Mi siedo, provo a leggere il giornale; Mario grida: "Bebooo". Bebo mi saluta, si siede; dice: "Mi hai anticipato... il giornale". Chiudo e parlo con lui.
Avrei voluto rivedere Clara e ridarle Full Metal Jacket. Pazienza, sarà per un'altra volta o per quella dopo. (Che a casa tua piangevi tu, a casa mia piangevo prima di ridarti la cintura zebrata, la cintura fucsia, la maglietta di Kurt e non ricordo cosa, e ho pianto anche quando te ne eri già andata).
Mi sono dimenticato di offrire da bere a Luca, quello che grida e canta e aiuta chi ne ha bisogno. Una sera stellata a Sherwood disse: "Datevi un bacio", e così fu; ma è una storia già sentita, e i particolari non sono cazzi vostri (anche se anche se). Due o tre settimane fa Luca mi disse: "Sai di cosa hai bisogno tu? Di un po' di tranquillità; dormire senza antifurti, finestre aperte e porte spalancate". Casa mia nuova è in primissima arcella: le serrature sono rotte, non ho bisogno di sonniferi in pastiglie, la tapparella la lascio su ma le finestre le chiudo, perché soffro l'umidità. Soffro, troppo, l'umidità. Luca sa veramente guardare oltre. Soprattutto quando non alza la voce.
Mi piace Camilla perché mi sembra di averla già conosciuta, ma soprattutto perché sembra che lei mi abbia già conosciuto.
Guardatemi negli occhi: io aiuto i più deboli, insegno loro a camminare da soli; ma, una volta che hanno imparato, non si aspettino che controlli che non cadano. Sarebbe prenderli in giro.
Guardatemi begli occhi: non è più stagione di zucche e stregonerie. E un bel risotto di funghi, quattro piatti perché uno lo lasciamo ai fantasmi, "MIA VERGINE BABY FIDUCIA".
Guardatemi in faccia, facce di cazzo: sono io il più debole, e sono stato preso in giro una volta di troppo.
Sabato sera, alle rose, è successo un po' di tutto, di tutto un po'.
Ho giocato a calcetto con Lele, spero abbia capito che lo voglio vedere ridere, con la Maddalena (che gioca meglio di me e mi segna quando vuole), Mauro, Mario, Fede, e anche con Alberto, mi sembra si chiami. L'ho accompagnato a casa, e in macchina si è messo a piangere. Non mi sono permesso di chiedergli se piangeva di gioia o per frustrazione; ma ha detto che sarebbe passato a salutare Alice, e anche che Alice è l'unica che può annullare le sue paure, reali o immaginarie che siano.
Stavo per tornare a casa, ma c'era un ragazzo solo e dall'aria triste seduto sui gradini di fronte la chiesa di Cittadella; i miei gradini, i gradini della mia solitudine (o di alcune delle mie solitudini). Ho parcheggiato la macchina, ho chiesto: "Aspetti qualcuno? Posso sedermi? Ti va di chiacchierare un po'?". Sabir, vent'anni, marocchino, gli piacciono sia le bionde che le more che le rosse. E' arrivato un suo amico, Omar, marocchino anche lui, da sei anni in Italia; gli piace lo skate e ballare l'hip hop; mi ha chiesto un passaggio per tornare a casa e mi ha chiesto se fumo.
Ora spero di accendere la tv. Spero che Lea di Leo risponda sincera alle mie domande come la settimana scorsa e di addormentarmi pensando alla bambina che ha il nome della pace e fa rima con Benedetta.
Confusione, tanta confusione, ma le regole le lascio decidere agli altri anche per me.
03 marzo 2007
ma ne vale la pena?
hai paura di scottarti ancora prima di esser germi
ma ne vale la pena
certo che bisogna togliere le parti in più o nasconderle
ma ne vale la pena?
ma ne vale la pena?
se vuoi ti parlerò del ragazzo di Berlino, un esempio vicino
con lui mi tradirai è una fine possibile non ridere
ti sono giunte delle voci sul mio conto che potresti anche ascoltare
ma non ne vale la pena
sono germi che si spostano ignari nella mia realtà peggiore
non ne vale la pena?
ma ne vale la pena?
se vuoi ti parlerò del ragazzo di Berlino, un esempio vicino con lui mi tradirai è una fine possibile, non ridere
ma ne vale la pena
non ne vale la pena
sì ne vale la pena
ma ne vale la pena
non ne vale la pena
sì ne vale la pena
se vuoi ti parlerò del ragazzo di Berlino, un esempio vicino con lui mi tradirai è una fine possibile
non ridere
("Il ragazzo di Berlino", Disfunzione)
ma ne vale la pena
certo che bisogna togliere le parti in più o nasconderle
ma ne vale la pena?
ma ne vale la pena?
se vuoi ti parlerò del ragazzo di Berlino, un esempio vicino
con lui mi tradirai è una fine possibile non ridere
ti sono giunte delle voci sul mio conto che potresti anche ascoltare
ma non ne vale la pena
sono germi che si spostano ignari nella mia realtà peggiore
non ne vale la pena?
ma ne vale la pena?
se vuoi ti parlerò del ragazzo di Berlino, un esempio vicino con lui mi tradirai è una fine possibile, non ridere
ma ne vale la pena
non ne vale la pena
sì ne vale la pena
ma ne vale la pena
non ne vale la pena
sì ne vale la pena
se vuoi ti parlerò del ragazzo di Berlino, un esempio vicino con lui mi tradirai è una fine possibile
non ridere
("Il ragazzo di Berlino", Disfunzione)
27 febbraio 2007
16 febbraio 2007
14 febbraio 2007
12 febbraio 2007
07 febbraio 2007
New Game
Ciao rosari...
se siete degli smanettoni del computer e vi piacciono i giochini stupidi e complicati ho qualcosa che fa per voi...
http://www.harveycartel.org/metanet/downloads.html
In questo link potrete scaricare un gioco gratuito in flash che vi appassionera' molto per la sua difficolta'(1.4 Mb di gioco...molto piccolo!)!!!buon divertimento!!!
se siete degli smanettoni del computer e vi piacciono i giochini stupidi e complicati ho qualcosa che fa per voi...
http://www.harveycartel.org/metanet/downloads.html
In questo link potrete scaricare un gioco gratuito in flash che vi appassionera' molto per la sua difficolta'(1.4 Mb di gioco...molto piccolo!)!!!buon divertimento!!!
06 febbraio 2007
Grande Idea!!!
Gran bella idea quella di aprire questo blog...complimentoni a chi l'ha pensata!!!
Vi mando una mia foto...credo mi abbiate gia' visto in giro perche' non abito molto lontano dal "Bar Trattoria Rose".
La cosa piu' figa che ho letto li' e' stata una cartolina da Amsterdam che riportava le distanze tra Amsterdam e le varie capitali europee...il testo scritto dal mittente recitava cosi':casa mia-Rose un quarto d'ora.
Mi ha sbregato dal ridere!!!
Vi mando una mia foto...credo mi abbiate gia' visto in giro perche' non abito molto lontano dal "Bar Trattoria Rose".
La cosa piu' figa che ho letto li' e' stata una cartolina da Amsterdam che riportava le distanze tra Amsterdam e le varie capitali europee...il testo scritto dal mittente recitava cosi':casa mia-Rose un quarto d'ora
Mi ha sbregato dal ridere!!!
30 gennaio 2007
27 gennaio 2007
26 gennaio 2007
21 gennaio 2007
20 gennaio 2007
cari rosari, ecco un link da cagarse in braghe dae risate...
http://www.retrocomputing.net/racconti/umor/coniglio/pandora.beptuui.html
http://www.retrocomputing.net/racconti/umor/coniglio/pandora.beptuui.html
18 gennaio 2007
blog
questo blog è a disposizione di tutti gli avventori dee rose... qui si più pubblicare ciò che si vuole... non ci sono limiti... è un luogo di scambio e d'incontro... volendo.
chi non sapesse bene cos'è un blog guardi qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Blog
chi volesse postare in questo spazio, mandi una e-mail a ilsangue@hotmail.com che vi manderà subito l'invito per accedervi... iscriversi è facile e per niente invasivo (non vi sono chiesti dati personali).
i commenti ai post sono possibili da parte di tutti e pure in forma anonima.
vi aspettiamo numerosi.
cheers.
chi non sapesse bene cos'è un blog guardi qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Blog
chi volesse postare in questo spazio, mandi una e-mail a ilsangue@hotmail.com che vi manderà subito l'invito per accedervi... iscriversi è facile e per niente invasivo (non vi sono chiesti dati personali).
i commenti ai post sono possibili da parte di tutti e pure in forma anonima.
vi aspettiamo numerosi.
cheers.